Dino Pedriali
Dino Pedriali
Nel 2004, in occasione della retrospettiva “Nudi e Ritratti – Fotografie dal 1974/2003″, il critico d’arte Peter Weiermair definì Pedriali come il “Caravaggio della fotografia del Novecento”, riferendosi in particolare al genere del nudo.
Scrisse infatti: «Come Caravaggio prendeva i suoi modelli dalla strada e li nobilitava nei suoi quadri, ostentando la loro bellezza lasciva in vesti mitologiche o bibliche (giovani amori o apostoli senescenti!), e strappando loro i vestiti dal corpo, così anche Pedriali spoglia i suoi modelli proletari mostrandone la forza, l’orgoglio, la muta coscienza di sé.
»Pedriali è sì il Caravaggio della Fotografia ma non tanto per il suo modo di rappresentare, di fotografare, di mettere in scena il corpo nudo dei suoi modelli quanto per la sua singolare adozione di un genere in cui il grande pittore del Seicento eccelleva, la natura morta, che si affermò come genere a sé stante nel Seicento, favorita dalla rivoluzione culturale laica e da un nuovo orientamento artistico di cui fu sommo artefice il Caravaggio.
Durante la seconda e terza settimana di ottobre del 1975 un giovanissimo ma già acutissimo Dino Pedriali ingaggia un corpo a corpo fotografico con il grande Pier Paolo Pasolini, all’apice del suo successo, che verrà assassinato di lì a pochi giorni.Una prima sessione fotografica ha luogo a Sabaudia, nello studio del Poeta, intento al lavoro, per le strade della città, in automobile – la “mitica” Alfa 2000 – e a piedi.Si potrebbe applicare un vero e proprio sistema di catalogazione alla serie dei 77 scatti che Dino Pedriali fece a Pasolini nella seconda e terza settimana di ottobre 1975, in due sedute distanti cinque giorni e collocate in due luoghi diversi.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dino_Pedriali
http://www.espoarte.net/arte/dino-pedriali-gli-scatti-che-raccontano-lultimo-pasolini/
http://www.doppiozero.com/materiali/recensioni/pasolini-ritratto-da-dino-pedriali
Dino Pedriali