Vittrio Sella
Vittorio Sella Photographer
da Progresso Fotografico I maestri della fotografia di montagna
A Vittorio Sella, fotografo ed esploratore, Progresso Fotografico ha dedicato l’articolo di apertura del numero dei Maestri della fotografia di montagna, riconosciuto come uno dei più grandi fotografi esploratori al mondo, Fondazione Sella mette a disposizione immagini e documenti significativi dell’importante attività artistica del fotografo. Vittrio Sella
Vittorio Sella fu uno dei primi ad affrontare le enormi difficoltà della ripresa fotografica in montagna ad alta quota con i limiti delle attrezzature alpine dell’epoca, realizzando comunque immagini di grandissima qualità ed impatto visivo.
Inoltre le sue fotogra¬fie sono ancora oggi un riferimento importante per lo studio della riduzione dei ghiacciai rispetto ai primi del Novecento. Vittrio Sella
Vittorio Sella era in stretto contatto con Rodolfo Namias; attento alle questioni tecniche e consapevole della loro importanza per ottenere immagini di qualità, si teneva in costante contatto epistolare con lui chiedendogli suggerimenti sui trattamenti chimici da usare. Vittrio Sella
Nato a Biella nel 1859 dall’industriale Giuseppe Venanzio Sella e da Clementina Mosca Riatel, ereditò la passione della montagna dallo zio Quintino Sella, fondatore del Club Alpino Italiano. Vittrio Sella
Portò a termine numerose ascensioni notevoli nelle Alpi, tra cui le prime invernali del Cervino e del Monte Rosa, e la prima traversata invernale del Monte Bianco.
Partecipò a diverse spedizioni all’estero, tra cui: tre spedizioni sul Caucaso, dove c’è ancora oggi un picco che porta il suo nome, la spedizione al monte Sant’Elias in Alaska del 1897, la spedizione al monte Ruwenzori in Uganda del 1906, e la spedizione al K2 del 1909. Vittrio Sella
In queste ultime tre spedizioni fu compagno di Luigi Amedeo di Savoia-Aosta, Duca degli Abruzzi.
Sella proseguì l’attività alpinistica fino in tarda età. Compì il suo ultimo tentativo al Cervino all’età di 76 anni.
In quest’occasione dovette ritirarsi in seguito ad un incidente occorso ad una delle sue guide.
Sella morì nella sua Biella nel 1943 e fu sepolto nel cimitero monumentale di Oropa, nei pressi dell’omonimo santuario mariano. La sua collezione fotografica è oggi gestita dalla Fondazione Sella.
L’alta qualità delle foto di Vittorio Sella è in parte dovuta al suo utilizzo di lastre fotografiche da 30×40 cm, nonostante le difficoltà che comportava il trasporto del relativo equipaggiamento, pesante e fragile, in luoghi remoti.
Per poter trasportare le lastre in sicurezza, dovette sviluppare dell’equipaggiamento apposito, compresi delle sacche da sella e degli zaini modificati.
Le sue fotografie ebbero ampia diffusione, sia sulla stampa che in mostre, e ricevettero molti plausi; Ansel Adams, che ne vide 31 in un’esposizione che Sella aveva fatto al Sierra Club americano, disse che ispiravano “un senso di meraviglia di tipo religioso”.
Molte delle sue fotografie ritraevano montagne di cui non esistevano precedenti rappresentazioni, ed hanno quindi sia valore artistico che valore storico; ad esempio, sono state utilizzate per misurare la ritirata dei ghiacciai del Ruwenzori.