Antonio Beato
Antonio Beato
L’avvento della fotografia nei paesi bagnati dal Mediterraneo conobbe, nella seconda metà dell’800, una stagione di grande sviluppo e vitalità.L’Egitto in particolare calamitò l’attenzione di una quantità di appassionati della “nouvelle art”. Dopo una fase iniziale caratterizzata principalmente dall’opera di un turismo elitario di ampie facoltà economiche, il progredire delle tecniche di ripresa e di stampa favorì l’instaurarsi di una vera e propria attività commerciale legata alla fotografia.Fra coloro che dedicarono la vita a questo lavoro emerge vistosamente la figura dell’italiano Antonio Beato la cui produzione fotografica si estese per oltre un quarantennio, all’incirca dal 1860 al 1906.
La principale caratteristica di Beato è quella di aver documentato in maniera sistematica e precisa il gran numero di monumenti dell’antica civiltà faraonica sparsi nella terra del Nilo. Poco si sa delle origini di Antonio Beato, probabilmente nasce intorno al 1825, nei territori veneziani come il fratello, Felice Beato, con il quale ha collaborato.A causa dell’esistenza di una serie di fotografie firmate “Felice Beato Antonio” e “Felice A. Beato” queste si sono inizialmente attribuite ad un’unica persona, quando nel 1983 lo studioso Italo Zannier ha dimostrato che la firma “Felice Beato Antonio” indicava i due fratelli Felice e Antonio che collaborando insieme avevano condiviso la firma.
Questa firma, continua però ancora oggi, a creare dei problemi nell’identificazione della paternità delle immagini. Nel 1853 Antonio inizia una collaborazione con James Robertson con il quale intraprende una serie di spedizioni fotografiche lungo il Mediterraneo, da Malta alla Grecia fino a Gerusalemme (1854- 1857).Nel 1858 arriva in India, a Calcutta, dove fotografa gli effetti dei Moti Indiani del 1857.Nel 1860 si stabilisce in Egitto e visse per un breve periodo al Cairo. In seguito si trasferì a sud e fu l’unico fotografo della sua generazione ad aprire un atelier permanente a Luxor, nell’Alto Egitto, dove realizza fotografie per i turisti raffiguranti siti archeologici dell’area.
Nonostante abbia trascorso tutto il resto della vita in quella città, la sua biografia è piena di vuoti e lacune a causa della mancanza di documenti ufficiali che lo riguardano o della difficoltà di accedere agli archivi governativi egiziani. L’impressionante mole di fotografie, che si sono conservate fino ai giorni nostri, testimonia in maniera inopinabile di quanto la sua opera sia stata importante in un periodo in cui la continua espansione dell’Egitto moderno tendeva ad alienare e oscurare gli antichi monumenti. Muore a Luxor probabilmente nel 1906.
https://it.wikipedia.org/wiki/Felice_Beato
http://www.storiadellafotografia.it/2009/11/05/felice-beato/