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Vietata la fotografia

Vietata la fotografia

nello stato indiano durante la distribuzione di cibo ai poveri

Il Rajasthan, nello stato indiano, vieta la fotografia durante la distribuzione di cibo a cittadini impoveriti.

Da sottolineare che la fotografia ha sempre assunto un ruolo determinante nella sensibilizzazione sui problemi  sociali, ed uno degli argomenti più trattati nell’ambito del foto giornalismo è proprio la povertà e di conseguenza la mancanza di cibo.  Vietata la fotografia

QUINDI PERCHE VIENE VIETATA LA FOTOGRAFIA ??

E è proprio nello stato indiano del Rajasthan  che il governo ha stabilito una regola inquietante per tutti i fotografi: non è più necessario documentare la distribuzione di cibo ai poveri. Vietata la fotografia

 

In tutto il mondo a prescindere la documentazione fotografica delle crisi è sempre stata oggetto di controversie sotto diversi aspetti.

Il primo ministro Ashok Gehlot del Rajasthan sembra assumere una posizione così minoritaria nel caso del suo stato, difendendo l’interesse della privacy nel rispetto per coloro che soffrono attraverso la povertà.

Punti di vista, ognuno è libero di vedere ed interpretare gli eventi a proprio sentimento, una cosa è certa spesso fotografare la povertà è una cosa intima. Vietata la fotografia

Fotografare la povertà ed il disagio colpisce in fondo al cuore e talvolta può sembrare uno strumento necessario ad aprire gli occhi alle persone oppure uno strumento commerciale.

Vero è sicuramente, che le uniche persone aventi diritto di decidere su tutto questo sono le persone coinvolte, la parte lesa, ma a volte anche un piccolo gesto di coinvolgimento ed interesse da qualcuno puo’ essere apprezzato.

Con il tasso di povertà del suo stato del 24,8%, tale preoccupazione è almeno comprensibile. Ashok Gehlot sofferma: “La fotografia durante la distribuzione di cibo e razioni ai poveri è stata vietata nel  stato.

Questo non dovrebbe essere reso un mezzo di pubblicità”. Questo divieto di fotografia include anche scattare selfie mobili durante la distribuzione di cibo e forniture.

Quindi tornado ai principi prima citati la documentazione di eventi tragici solleva una domanda etica sull’intenzione del fotografo: l’obiettivo dell’operatore della fotocamera è quello di aiutare i bisognosi o (forse anche inconsciamente) di sfruttarli?

Il risultato potrebbe essere entrambi? E se è così, la fotografia vale il potenziale imbarazzo e l’ingiustizia che possono sorgere durante eventi delicati?

Secondo voi è opportuno vietare la fotografia in tempi come questi? 

In questi casi dev’essere  Vietata la fotografia ??

Foto in copertina di Parij Borgohain

https://www.facebook.com/chowparij.borgohain1

Vietata la fotografia

 

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IL MATERIALE DEL PRESENTE ARTICOLO E’ DERIVATO DA UNA RACCOLTA MULTIPLA RICAVATA DA ARTICOLI ED IMMAGINI DI DIVERSE  FONTI E SITI UFFICIALI E DA NOI ELABORATO E RAGGRUPPATO PE COMPATTARE AL MEGLIO LE DIVERSE INFORMAZIONI PRESENTI IN RETE

 

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